Nel mondo della colorazione per capelli.
Aggiornamento: 12 mag 2021
CURIOSITA'

Nell’antico Egitto per tingere i capelli si usava l’henné, lo dimostra il colore rosso ramato della capigliatura di alcune mummie femminili ritrovate.
In Grecia, invece, erano molto diffuse le tinture vegetali. Per scurire i capelli grigi e bianchi venivano intinti nell’aceto dei pettini di piombo.
Nell’antica Roma la tintura dei capelli era molto in voga e serviva a mascherare i segni della età. I colori preferiti erano il nero, il biondo e il rosso. Per schiarire la chioma veniva utilizzato un sapone a base di sego e cenere “sapo”, oppure dei fiori di camomilla o dei tuorli d’uovo che davano dei riflessi dorati.
Per scurire i capelli si usavano dei coloranti derivati dall’antimonio nero misto a grasso animale, oppure la cenere di assenzio mescolato a olio di rosa. Si applicava anche un infuso di foglie di cipresso e di aceto per rinvigorire le chiome corvine.
Per avere i capelli rosso tiziano si applicava sulla chioma una polvere ottenuta delle foglie di Lawsonia inermis, ovvero l’henné.
Nel Rinascimento, la maggior parte dei pittori raffigurava la donna con una cascata di capelli biondi. Erano soprattutto le veneziane a conoscere i segreti della colorazione. Per avere la chioma d’oro si applicava sui capelli un intruglio a base di fiori di lupino mescolato allo zafferano e altri ingredienti che veniva asciugato al sole. Per mantenere la carnagione chiara indossavano un copricapo provvisto solo di tesa.

Nel Seicento e nel Settecento, la Francia, in particolare Parigi, era considerata il centro del buon gusto europeo. I primi negozi di parrucchiere sorsero nella ville lumiere e da comuni “parrucai” diventarono raffinati coiffeur.
L’uso di henné come colorante per i capelli è stato riscontrato per la prima volta intorno al 1400-1500 a.C.
Nel XVIII secolo il bianco, l’azzurro e il rosa erano colori comuni per i capelli. Erano ricavati dalla farina o piante polverizzate e spruzzate su folte parrucche.
La parola indiana “chàmpo” significa “massaggio della testa” e nella prima parte dell’800 un imprenditore bengalese, Sake Dean Mahomed, importò in Inghilterra la pratica del massaggio del cuoio capelluto con olio per capelli. I parrucchieri inglesi ricavarono i primi shampoo bollendo sapone grattato nell’acqua calda e aggiungendo erbe per dare profumo ai capelli.